top of page

con MASSIMILIANO BALESTRERO

Transizione Ecologica e Clima

Transizione Ecologica e Clima

La transizione ecologica che proponiamo vuole essere giusta inoltre deve essere partecipata, condivisa e capillare nella società senza lasciare indietro nessuno, secondo i principi di giustizia ambientale e di responsabilità che devono guidare anche il mondo dell’economia e della finanza.

La transizione ecologica è la trasformazione necessaria verso un modello di società e di utilizzo delle risorse che affronti la sindemia per ottenere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda 2030, affinché il riscaldamento globale non superi gli 1.5° C rispetto ai livelli preindustriali.

In Europa, e, quindi, in Italia, l’impegno è di ridurre le emissioni del 55% (rispetto al 1990) nel 2030 e la La transizione ecologica deve seguire un approccio sistemico ossia basato sui bisogni della società e non può avere una visione settoriale e tecnocratica, occorre invece pensare ad un disaccoppiamento tra crescita economica lineare del PIL, e il consumo di risorse e evoluzione sociale e di comunità.



La mera visione lineare di crescita economica, basata solo su rapporti di predazione e competizione, ha creato sfruttamento, disuguaglianze, sprechi, e determinato il depauperamento del capitale naturale e umano. L'Economia circolare non è orientata solo al profitto, al contrario si occupa del benessere e di migliorare la qualità della vita, è un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo la sua ecosostenibilità: i flussi di materiali biologici sono reintegrati nella biosfera, quelli di materiali tecnici sono destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.



E’ necessario quindi arrivare a modelli di economia circolare, basata su Riduzione Risparmio Riciclo e Riuso



Proposte :

A. Rigenerazione urbana: proseguire verso una maggiore efficienza energetica degli edifici; introdurre modelli capaci di attirare capitali privati volti alla riqualificazione energetica dell’edilizia.



B. Energia: consentire una massiccia installazione di fotovoltaico nelle zone industriali per ottimizzare la capacità produttiva; investire sulle comunità energetiche attraverso il coinvolgimento delle imprese; raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di sostanze entro il 2030.

- Introduzione incentivi per l’installazione di impianti FER sui capannoni ai fini della produzione di energia elettrica destinata all’autoconsumo.

- Semplificazione dell'iter autorizzativo per impianti fotovoltaici che hanno un ridotto consumo di suolo come l'agrivoltaico.



C. Consumo del suolo: introdurre politiche di recupero delle aree dismesse e investire sulla rigenerazione urbana per evitare il consumo del suolo; pianificazione di area vasta con necessaria progettazione del territorio.
- Progettare un’imponente piano di riqualificazione del patrimonio immobiliare d’impresa tale da non impattare sull’ambiente, territorio e consumo del suolo.



D. Adattamento e mitigazione: nel rispetto degli obiettivi dell’Accordo Di Parigi valorizzando il ruolo degli enti subnazionali. è necessario promuovere l’azione dei governi locali per l’implementazione dei piani regionali e locali di adattamento e mitigazione,

- ponendosi gli obiettivi di mitigazione ridurre del 55% le emissioni di gas climalteranti a livello regionale fino a raggiungere la neutralità carbonica al 2050,

- realizzando un vero supporto per i piani di adattamento per prevenire gli eventi estremi e le calamità naturali dovute al cambiamento climatico

- realizzando percorsi di training e aggiornamento per il personale amministrativo per quanto riguarda il patto dei sindaci, le convenzioni regionali e gli impegni per far fronte alla crisi climatica

bottom of page